Il termine “disbiosi intestinale” si usa per indicare un’alterazione della flora dell’intestino.

La mucosa intestinale occupa 200 m2 che regolarmente vengono a contatto con le sostanze esterne.

Nell’intestino vivono moltissimi batteri che, devono cooperare con il nostro organismo per mantenerlo in salute.

Si potrebbe dire che, in cambio di vitto e alloggio, questi batteri ci aiutano a mantenere l’integrità della mucosa intestinale e proteggendoci dai microorganismi patogeni provenienti dall’esterno.


 

La flora intestinale ha diverse funzioni:

  • aumenta le difese dell’organismo
  • produce vitamina K e B12
  • produce alcuni amminoacidi
  • favorisce il processo di digestione ed assorbimento
  • attiva il metabolismo degli acidi biliari e della bilirubina
  • modula l’infiammazione del tratto digerente.

 

Purtroppo la flora batterica è molto delicata e basta davvero poco per alterarla compromettendone le funzioni.

Fumo, alcool, stress, cibi raffinati o proteine animali, scarso apporto di fibre, farmaci, sono tutti accaniti nemici

A seconda degli alimenti che mangiamo, alcuni batteri intestinali vengono facilitati o ostacolati nella loro proliferazione.

Ogni volta che la nostra microflora si indebolisce, anche il nostro organismo ne risente mettendo in atto processi che possono portarci ad assorbire più o meno colesterolo o ingrassare di più.

 

Dobbiamo sempre ricordare che la somma di tutti i batteri presenti nel nostro corpo, arriva a qualche kg e questi batteri per vivere consumano nutrienti  che vengono “rubati” tra quelli che ingeriamo.

Una flora batterica sana, consuma di più!

 

Un’altra questione importante è quella del collegamento cervello ed intestino.

Come sappiamo, l’intestino è stato definito “il secondo cervello” alcune cellule cerebrali sono state infatti trovate anche a livello intestinale.

Non è una novità infatti che preoccupazioni, stress o rabbia siano in grado di ripercuotersi anche a livello viscerale.

Tutti ormai sappiamo che esiste un ormone, la serotonina, detto “ormone del buonumore”, quello che però non molti sanno è che il 95% di esso viene prodotto proprio a livello intestinale.

Quindi, non solo il cervello è in grado di influenzare il funzionamento dell’intestino, ma anche il contrario.

 

Recentemente inoltre si è scoperto che esiste anche un collegamento tra salute intestinale e senso della fame.
Questo rapporto si instaura fin dalla nascita, bambini che mangiano male o che prendono troppi antibiotici, avranno una flora alterata che li porterà ad un maggiore senso di fame.

Ma vediamo più in dettaglio cosa sia questa flora intestinale di cui tutti parlano….

Nello specifico possiamo distinguere la nostra flora intestinale in due tipi:

 

  • Probiotici : microrganismi che una volta ingeriti sopravvivono al ph dello stomaco e riescono ad arrivare nell’intestino.
    La prima forma di probiotico che introduciamo arriva da colostro e latte materno.
    Ad oggi vengono pubblicizzati un sacco di prodotti con aggiunta i probiotici ( lactobacilli o bifidobatteri), ma come tutte le operazioni di marketing, bisogna stare molto attenti alla qualità di ciò che si assume : illudersi di ripopolare la propria flora batterica solo mangiando qualche yogurt, è totalmente surreale.

 

Prebiotici: sono alimenti di origine vegetale che non possono essere assorbiti dall’organismo, ma che vengono digeriti dalla flora intestinale stessa, aiutandola a proliferare.
Le principali fonti conosciute sono le fibre, che per questo motivo non dovrebbero mai mancare nella nostra alimentazione.

 

 

Vediamo ora più nel dettaglio quali siano le cause della disbiosi intestinale:

  1. alimentazione monotona, priva di frutta e verdura o con frutta e verdura non di stagione.
  2. cibi raffinati, zuccheri, dolci
  3. troppi grassi, specialmente grassi cattivi ( trans)
  4. troppi cibi infiammatori o proinfiammatori ( glutine, latticini, alcolici, prodotti da forno, junk food)
  5. uso costante e abuso di antibiotici
  6. stress, disturbi psicosomatici
  7. mancanza di allattamento nei primi 6 mesi di vita
  8. parto cesareo

 

Ma come fare ad accorgersi che si ha un problema?

I sintomi più comuni che dovrebbero indurci a sospettare di avere un problema sono:

 

  1. gonfiore intestinale o di stomaco, specialmente dopo i pasti
  2. stipsi o scariche diarroiche
  3. meteorismo, flautolenza, dolori e fitte addominali

 

 

 

Cosa può succedere trascurando la situazione?

Come abbiamo visto, la flora batterica è implicata in una serie di processi fondamentali per tutto l’organismo.

Una sua alterazione, se trascurata può portare alla cosiddetta “sindrome della permeabilità intestinale”

Bisogna sapere che, una delle funzioni dell’intestino è quella di fungere da “dogana” tra interno (lume intestinale) ed esterno (circolo sanguigno).

Tutte le molecole complesse, per poter attraversare, devono essere processate, ridotte a molecole più semplici ( amido >>glucosio, proteine>>amminoacidi) e poi legarsi a specifici trasportatori (carrier di membrana).
Quando l’intestino viene costantemente sottoposto a stress, la flora batterica non funziona a dovere o il corpo è cronicamente sottoposto a stimoli infiammatori, l’efficienza della nostra dogana viene compromessa, si formano delle crepe e tutte le molecole che riusciranno ad infiltrarsi, potranno riversarsi nel torrente ematico, provocando i più diversi tipi di reazioni (allergie, infiammazione, reazioni immunitarie).

 

Detto così potrebbe avere poco senso, facciamo un esempio pratico.

Tutti ormai abbiamo sentito parlare e riparlare delle intolleranze alimentari… ecco quest’ultime sono un tipico esempio di danno causato da un’alterata permeabilità intestinale.

Quello che succede è che, quando una molecola che non dovrebbe passare, riesce ad arrivare nel nostro circolo sanguigno, viene “etichettata” etichettata come antigene ed attaccata dal nostro sistema immunitario.

Questo la porterà a non essere più digerita e ad “intoppare” una serie di meccanismi, tra cui anche quelli di assimilazione.

 

E una volta diagnosticata la disbiosi?

Ci sono numerosi accorgimenti per ripristinare o prevenire problemi di disbiosi.

Primo fra tutti è, come sempre, regolare l’alimentazione.

Rileggendo la distinzione tra probiotici e prebiotici, dovrebbe apparire molto evidente che i primi non possano sopravvivere a lungo senza i secondi per cui potrete assumere tutti gli integratori che vorrete, ma se non cambierete le vostre abitudini alimentari, saranno solo soldi buttati, perchè nel momento stesso in cui smetterete di inghiottire pastiglie, tutto tornerà com’era prima.

Per aiutare la nostra flora batterica a mantenersi sana, potremo perciò:

  1. utilizzare latticini che non siano “sterili” tipo il kefir, lo yogurt greco, lo yogurt fatto in casa o mangiare ogni tanto formaggi fermentati come il gorgonzola (biologico e non industriale.
  2. selezionare il tipo di prebiotici più adatti al proprio organismo (ci sono appositi test per capire di cosa si abbia  bisogno e a che livello).

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